9-7-2020 Atto Camera

9 Luglio 2020

La Camera,
premesso che:

gli articoli 119 e 121 del decreto sopra menzionato hanno introdotto i nuovi superbonus del 110 per cento per interventi di efficientamento energetico (Ecobonus) e riduzione del rischio sismico (Sisma Bonus);
l’articolo 119 in particolare, recante incentivi per efficientamento energetico, sisma bonus, fotovoltaico e colonnine di ricarica di veicoli elettrici, prevede la possibilità di portare in detrazione alcune spese sostenute per migliorare la funzionalità energetica e la qualità strutturale degli edifici;
l’articolo 121 recante trasformazione delle detrazioni fiscali in sconto sul corrispettivo dovuto e in credito d’imposta cedibile, prevede invece la possibilità di convertire il credito di imposta in sconto in fattura o in credito a seguito di cessione;
con entrambi i provvedimenti si pone al centro la necessità di riqualificare il patrimonio immobiliare italiano in chiave non solo di miglioramento energetico ambientale ma anche di sicurezza;
in Italia ci sono circa 1.200.000 condomini censiti attraverso la presentazione del 770 e 967.000 immobili pubblici. Gli edifici censiti in Italia sono circa 12 milioni: si tratta di edifici concentrati soprattutto nelle grandi città: il residenziale conta circa 30 milioni di unità immobiliari, occupate da famiglie;
secondo un recente studio del CENSIS, relativo alla condizione di degrado del patrimonio residenziale, sono tre milioni e mezzo (circa il 17 per cento del totale) le abitazioni potenzialmente a rischio: il 36,5 per cento per ragioni di anzianità, mentre il 63,5 per cento per cause tecnico-costruttive. In particolare, le abitazioni costruite nell’ultimo cinquantennio, vale a dire il 75 per cento circa di tutto il patrimonio esistente, denunciano un preoccupante abbassamento della qualità dei materiali e della tecnica costruttiva, essendo il prodotto della rapida e improvvisa urbanizzazione che ha segnato il nostro Paese a partire dal dopoguerra;
il 45 per cento del nostro territorio nazionale risulta soggetto al rischio di frane e alluvioni, ed il 40 per cento delle fasce costiere rischia il crollo delle cavità sotterranee, nonché l’indebolimento e l’instabilità del sottosuolo a causa delle variazioni dei flussi e dei livelli delle falde acquifere, e in connessione con gli arretramenti;
sono ancora noti alla nostra memoria i drammi vissuti dal Paese a causa di calamità naturali;
sul tema della sicurezza, pertanto, la necessità della valorizzazione del patrimonio edilizio segnala l’esigenza che essa sia «certificata» in un apposito registro – il Registro immobiliare italiano – che includa ogni attività che ha interessato nel tempo l’immobile: un censimento iniziale e una sorta di « screening» periodico obbligatorio che garantirebbe la conoscenza dell’immobile sotto ogni aspetto;
il Registro Immobiliare Italiano rappresenterebbe l’inizio di una nuova «visione» degli immobili, volta a salvaguardare la sicurezza non solo del primo «investimento» degli italiani ma anche della sicurezza fisica delle stesse famiglie, che vivono nei fabbricati, singoli o costituiti in Condominio: si porterebbe, infatti, ad attuazione un controllo dell’attività di manutenzione sugli stabili che riveste un’importanza fondamentale, soprattutto in termini di sicurezza, consentendo di ridurre l’approssimazione e precarietà che oggi domina nel settore degli interventi manutentivi, ordinari e straordinari, sui fabbricati;
l’istituzione del Registro Immobiliare Italiano sarebbe un passo fondamentale verso quella forma di controllo sul patrimonio immobiliare del nostro Paese che al giorno d’oggi appare più che mai necessaria, visto che una percentuale molto alta di fabbricati risulta molto vetusta e, quindi, foriera di interventi volti al recupero del patrimonio edilizio, ciò al fine di evitare quel degrado e decadimento anche molto pericoloso per le stesse persone che occupano gli alloggi;
tutto ciò, inoltre, consentirebbe una grande opportunità di verifica dei nostri immobili che porterebbe inevitabilmente al controllo minuzioso di stabili fatiscenti o non «correttamente manutenuti»;
il Registro Immobiliare Italiano rappresenterebbe non solo un punto fermo nel faticoso cammino tendente alla progressiva risoluzione dei nodi più complessi della materia condominiale ed immobiliare in genere, ma anche il punto di inizio della green economy «Condominiale», volta allo sviluppo dell’efficientamento energetico ambientale;
richieste in questo senso arrivano dall’Osservatorio Nazionale Condomini e da ANACI, e da altre Associazioni di Condomini oltre che da importanti professionisti del settore, da sempre impegnati a migliorare il comparto immobiliare italiano, sia in termini di edifici che di qualità di vita negli stessi, impegna il Governo a valutare l’opportunità di istituire mediante successivi provvedimenti, anche di natura legislativa, il Registro immobiliare italiano, per favorire uno screening del patrimonio immobiliare esistente sul territorio nazionale ai fini dell’attuazione di un controllo sistematico dell’attività di manutenzione sugli stabili.
9/2500-AR/230. (Testo modificato nel corso della seduta) Conte.

 

Federico Conte


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