PARTECIPAZIONE A CONVEGNI E INCONTRI DI FORMAZIONE

8 Marzo 2022

Da qualche tempo, dopo anni di partecipazioni a convegni e percorsi formativi, soprattutto in qualità di relatore, mi chiedo quali sono le motivazioni che spingono dei professionisti a investire il proprio tempo e risorse economiche per frequentare convegni a cui vengono invitati.

Certamente, negli anni sono cambiate le necessità di aggiornamento continuo, visto l’evolversi delle norme e delle dinamiche di mercato. Al giorno d’oggi non è più possibile pensare di essere competitivi senza conoscere la realtà in costante evoluzione; è necessario distinguere l’utilità o meno di partecipare agli eventi che quotidianamente ci vengono proposti.

Tra le varie considerazioni penso che una maggior selezione di partecipanti nei convegni non sia un fattore penalizzante per gli organizzatori ma, al contrario, una rassicurazione che porterà innegabili ricadute positive, dal momento che i presenti hanno scelto consapevolmente di presenziare all’evento e che questo verrà seguito con interesse.

In questa occasione, volutamente, tralascio le offerte in Webinar che, introdotte per una necessità contingente, si sono via via trasformate in una costante. Agli incontri proposti in webinar bisogna comunque riconoscere una valenza informativa e di comodità seppur non efficace come un evento in presenza.

Tornando alla partecipazione in presenza, mi sono voluto calare nei panni di un professionista/azienda a cui arriva un invito.

Invito al convegno: “Analisi introspettiva sui fatti della corazzata Potëmkin”

… Interessante, mi iscrivo!

Parto dall’assunto che tutti gli argomenti di qualsiasi natura sono interessanti ma non per tutti e soprattutto non in certi momenti. Se mi trovassi in vacanza, potrei prendere in considerazione di investire del tempo anche per assistere ad un incontro che tratta argomenti per me particolari. Diversa è la quotidianità.

Nel mondo del lavoro attuale gestire al meglio il tempo massimizzando le opportunità ed eliminando le “inutilità ladre del tempo” aumenta la qualità dei servizi offerti e, cosa non secondaria, riduce la sottrazione di tempo ai rapporti famigliari e sociali.

Vedo di analizzare ponendomi delle domande:

Veramente mi interessa?

Anche se non mi interessa e in questo momento non mi serve, è comunque propedeutico alla formazione necessaria per la mia professione?

Può essere un’occasione di incontri che possono incrementare la mia attività?

In questo periodo ho impegni pressanti, scadenze urgenti, consegne indifferibili?

… e non ultimo: ho le ore necessarie per la durata del convegno con la mente sufficientemente sgombra per partecipare fattivamente alla discussione oppure è un “ritaglio” forzato dove continuerò a sbirciare il cellulare per controllare i messaggi che sto attendendo e continuare a scrivere mail mentre i conferenzieri espongono le loro relazioni?

Alla base di queste considerazioni devo fare innanzitutto un doveroso “bagno di umiltà” pensando che: Il cellulare ha una sua batteria, gode di vita propria e anche se lo tengo in tasca silenziato per un paio di ore non soffre di solitudine, il mondo può anche fare a meno della mia presenza per qualche ora.

Se presenzio per l’attestato o il certificato di partecipazione da attaccare in ufficio come una grazia votiva, forse è meglio un bel quadro.

Se presenzio per il buffet… sul buffet non si discute!

Se non tengo in debito conto queste considerazioni avrò sprecato tempo, sostenuto spese logistiche non traendo nessun vantaggio pratico e svolgendo male, in luogo inappropriato e in maniera scomoda, quanto avrei potuto fare in ufficio.

Una ulteriore indicazione che mi deve guidare nella scelta di partecipare, a prescindere dal tempo e dagli argomenti trattati, è chi è l’organizzatore dell’evento e con quale fine viene proposto.

L’organizzatore è un ente, una istituzione pubblica, un’associazione di categoria, un ordine professionale, una società di consulenza, un’azienda commerciale ecc.?

L’incontro è finalizzato a:

Un aggiornamento professionale?

Un aggiornamento obbligatorio?

Un corso tecnico specialistico?

Promuovere un evento divulgativo, culturale, riviste, libri, abbonamenti?

Un evento commerciale per raccogliere nominativi ecc.?

 

Solo ora, contestualmente alla stesura di questo breve, mi accorgo dell’importanza di prendere in considerazione a priori queste semplici e solo in apparenza banali approfondimenti che mi possono guidare nella scelta di partecipare consapevolmente agli eventi proposti.

Mancando questa analisi, probabilmente, sarò vittima della partecipazione compulsiva con il solo risultato che avrò offerto una ulteriore chance alle “inutilità ladre di tempo”.

 

PROTETTO

Dott. Bruno Antonio Lerda

Responsabile sicurezza

Osservatorio Nazionale Condomini

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