IL SUPERBONUS 110% PASSA AL 90%: LE RAGIONI, I PROBLEMI, LA MOBILITAZIONE

23 Novembre 2022

IL SUPERBONUS 110% PASSA AL 90%

LE RAGIONI, I PROBLEMI, LA MOBILITAZIONE

 

L'11 Novembre il Governo Meloni ha annunciato un taglio del Superbonus 110%, che si è concretizzato poi in Gazzetta Ufficiale il 18 Novembre con la pubblicazione del cosiddetto “Decreto Aiuti Quater”, il cui articolo 9 interviene proprio in quel senso portando il Superbonus al 90% e ponendo come tempo limite per il deposito della CILAS per beneficiare del 110% il 25 Novembre.

 

In occasione della conferenza stampa del Premier Meloni e del Ministro Giorgetti che annunciava queste modifiche, il ministro Giorgetti ha parlato di “qualche difetto di calcolo e di previsione” in relazione al peso che il Superbonus ha portato alle casse pubbliche in termini di vantaggi per i contribuenti e corrispondenti mancati introiti per lo Stato e di un impegno per rendere la misura sostenibile per la finanza pubblica.

 

L'allarme per i conti pubblici lanciato dal Ministro in tale occasione per giustificare l'improvvisa e brusca rimodulazione della misura, si va ad aggiungere a dati non particolarmente positivi sul 110% che sono stati diffusi da Bankitalia come riferito il 17 Ottobre scorso dall'autorevole quotidiano “Il Sole 24 Ore”.

 

Uno studio di Via Nazionale aveva affermato che il Superbonus non fosse un modo conveniente per contrastare il cambiamento climatico.

Secondo quanto riportato nell'occasione da “Il Sole 24 Ore” in tale studio si ipotizzava addirittura una detrazione del 40% come sufficiente a innescare la stessa quantità di ristrutturazione, e quindi ottenere lo stesso grado di risparmi energetici e riduzioni delle emissioni attualmente riportati nel Piano, lasciando a carico dei privati (e non dello Stato) il 60% della spesa.

 

Che il peso per le casse pubbliche sia significativo lo si può in effetti comprendere dai dati che, mensilmente, ENEA pubblica proprio in relazione al Superbonus.

 

Al 31 Ottobre gli investimenti ammessi a questa agevolazione ammontavano a 55 miliardi di euro rispetto ai 51,2 miliardi della fine del mese precedente.

Parlare di 55 miliardi di euro di investimenti ammessi a beneficiare del Superbonus significa parlare di detrazioni a carico dello stato per complessivi 60,5 miliardi di euro.

Il numero totale delle asseverazioni a fine ottobre sfiorava le 327 mila.

 

Non vi è, tuttavia, una controprova circa il fatto che una detrazione significativamente inferiore possa portare risultati in ogni caso soddisfacenti in termini di risparmio energetico.

Anzi, un aspetto che non può non essere considerato è che l'investimento da parte dei privati deve fare necessariamente i conti con le disponibilità economiche che questi hanno, e siamo in un contesto di forte incremento dei prezzi dell'energia che inevitabilmente vanno ad incidere negativamente sul potere di spesa dei cittadini e sulla loro effettiva possibilità di portare avanti interventi ingenti che non siano coperti per la loro (quasi) totalità da intervento pubblico.

 

L'ipotesi di riduzione del Superbonus al 90% era già circolata prima dell'annuncio dell'11 Novembre, e già prima di tale annuncio la Presidente dell'ANCE Brancaccio aveva criticato questa prospettiva dicendosi, in occasione del XXII convegno giovani ANCE a Positano, preoccupata per il continuo cambiamento delle regole e delle prospettive.

 

Per Brancaccio l'ipotesi di riduzione del Superbonus corrispondeva ad uno stop per tutti i progetti avviati, mentre la priorità doveva essere quella di sbloccare i crediti.

 

La riduzione del Superbonus pone, comunque, anche potenziali ulteriori problemi nella gestione dei condomini.

 

La possibilità di deliberare importanti lavori straordinari con la maggioranza semplificata della gestione ordinaria è discutibile di per sé, ma con un incremento sostanziale degli oneri a carico dei condomini questo può portare ad un incremento della conflittualità in condominio e delle impugnazioni.

 

Basta guardare i massimali del Superbonus per rendersi conto di quanto quel 20% di differenza può incidere sulle tasche dei condomini e di come a qualcuno possa apparire più conveniente una impugnazione per quanto azzardata.

 

È vero che l'assemblea, con la medesima maggioranza dell'approvazione degli interventi ed a condizione che gli interessati si esprimano favorevolmente, può imputare tutto il costo dell'operazione Superbonus a uno o più condomini, ma con l'incremento dei costi sostenuti dai condomini per questo genere di lavoro una ipotesi di questo tipo è destinata ad essere ancora più residuale di quanto non sia stata sino ad ora, e non si può sperare che questa possibilità sia sufficiente per scongiurare il significativo aumento di impugnazioni.

 

Capita raramente di vedere alcune categorie scendere in piazza, tra quelle meno attive in manifestazioni vi sono sicuramente gli amministratori di condominio.

Non è un caso che, nel momento in cui il provvedimento è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, è iniziato sui social un tam tam per una manifestazione convocata a Roma in Piazza Santi Apostoli il 23 Novembre 2022 alle 10.

 

Gli effetti negativi ed i problemi provocati dalla decisione repentina del Governo sono, o per lo meno possono essere, estremamente pesanti e, certamente, non si limitano alla mera difficoltà dell'amministratore di spiegare ai condomini che non è colpa di chi amministra l'edificio o di chi deve fare lo studio di fattibilità se si è finito per perdere la possibilità di accedere al Superbonus al 110% in presenza di un improvviso stop da parte del Governo.

 

La speranza è che il Parlamento, in sede di conversione in legge del decreto, possa porre in campo delle modificazioni che consentano di bilanciare al meglio le necessità cui questa decisione punta a rispondere con le necessità del settore edile e condominiale.

 

 

Articolo a cura di Francesco Ristori Monaco ©


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